domenica 20 marzo 2016
Sentenze del Consiglio di Stato sull’ISEE: un quadro riassuntivo
clicca sul link sottostante e si aprirà la pagina web inerente Isee
http://www.handylex.org/gun/sentenze_consiglio_di_stato_Isee.shtml
insegnante-di-sostegno-nella-legge-107
Cliccando nei sottostanti link si apriranno le pagine inerenti alla legge 170 ed insegnanti di sostegno.
http://www.docentidisostegno.it/
http://www.giuntiscuola.it/scuoladellinfanzia/magazine/opinioni/speaker-s-corner/l-insegnante-di-sostegno-nella-legge-107
venerdì 18 marzo 2016
A 35 ANNI SCOPRO CHE HO L’ADHD: CHE CULO!
A 35 ANNI SCOPRO CHE HO L’ADHD: CHE CULO!
Qualche tempo fa, insieme a Valentina e Paola, eravamo in riunione di lavoro su skype con Piernicola De Maria.
Se non conosci Piernicola, ti risparmio la ricerca dicendoti che è l’ideatore del metodo SIMPNESS, l’autore del libro Efficacia Personale (a proposito se vuoi lo trovi a questo link:http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__efficacia-personale-piernicola-de-maria.php?pn=5552), il Co-Autore del Podcast #1 in Italia Business Caffeina, e un imprenditore e consulente molto seguito, con clienti in Italia e all’estero.
Ebbene, in questa chiacchierata, mentre stavamo parlando di tutt’altro, lui se ne esce con una frase del genere: “pensa che a 35 anni, mentre stavo facendo un appuntamento su skype, la persona con cui stavo parlando mi dice che dovevo per forza avere un deficit d’attenzione!”
Lui l’ha messa giù come battuta, ma andando avanti con la chiacchierata ovviamente tutti i “segnali” erano presenti:
– Mentre parla non riesce a stare fermo;
– Per ascoltare ha bisogno di fare altre cose in contemporanea;
– Se non le fa si distrae.
Infatti, è molto divertente conversare via skype con Pier, perché in pochi minuti ti fa una panoramica di tutta la sua casa, visto che si muove con il suo computer in mano.
Sapendo poi il lavoro che facciamo in W LA DISLESSIA!, si limitava anche secondo me, ma soprattutto faceva delle cose in maniera più consapevole e questo per me e per lui era motivo di studio.
Io trovo estremamente utile e anche divertente vedere che una persona mi dona attenzione, facendo dell’altro per riuscire a stare concentrato.
A guardare dall’esterno quante cose sa, fa e conosce, nessuno penserebbe di mettergli l’etichetta di persona “disturbata” nell’attenzione.
Il segreto è che Piernicola ha imparato sin da piccolo come “gestire” questa caratteristica con una strategia che gli permette di rimanere attento: LA COMPENSAZIONE!
Ovvero usa la sua energia, che se imprigionata lo farebbe distrarre, per muoversi e riuscire a mantenere il “controllo” di quello che realmente gli interessa.
Poi volete mettere parlare con un professionista affermato, che si beve il the o la tisana, che se la prepara e nel frattempo fa i chilometri in casa propria? Direi che non ha prezzo. (beh in realtà ce l’ha, ma quello è un altro discorso… hihihi).
La parte folgorante e credo più utile per tutti però credo sia stata la frase con cui ha concluso il momento in cui mi spiegava come si è sentito quando ha appreso di avere questo deficit.
“Quando ho scoperto di avere questa ADHD mi sono detto: CHE CULO! Pensa se l’avessi saputo a 10 anni, quante etichette mi avrebbero appiccicato addosso! Invece ero solo un bambino molto intelligente che non riusciva a stare fermo”.
Ecco quello è il passaggio fondamentale: anche se viene chiamato “disturbo” dell’apprendimento, questa è una semplice caratteristica o modalità di ragionamento che alcune persone hanno.
Caratteristica che ha fatto sì che a capo di aziende e multinazionali ci siano spesso persone che ammettono soavemente di essere dislessiche, di avere problemi di attenzione, etc.
La loro fortuna è stata quella di imparare presto come “gestire” questa caratteristica per ottenere risultati, senza mettersi addosso una “etichetta” invalidante.
Lo “stile” di apprendimento si può potenziare o modificare (e in W LA DISLESSIA! facciamo questo ogni singolo giorno), l’etichetta invece non perdona!
Il passaggio dal disturbo al “suo figlio disturba tutta la classe” oppure “è sempre lui a fare…” è velocissimo! E il rischio è di invalidare sin da piccoli dei bambini che invece hanno un ENORME potenziale.
Richard Branson (creatore di Virgin), Jim Carey (il famosissimo e geniale attore), Michael Phelps (oro olimpico), Justin Timberlake (il cantante), Jamie Oliver (il famoso cuoco e star), Erin Brokovich… e centinaia di altre persone di successo, sono “in teoria” affette da ADHD.
Ma la cosa non sembra averli limitati.
Ma che cos’è questa ADHD?
“L’ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è l’acronimo inglese comunemente usato per indicare il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività. L’ADHD è un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente, caratterizzato da incapacità a mantenere attenzione prolungata, da impulsività e iperattività.”
Bene questa è la definizione, che già a una prima lettura credo possa terrorizzare i genitori. Se si va avanti si trovano frasi come “L’ADHD è un vero PROBLEMA, per l’individuo stesso, per la famiglia e per la scuola, e spesso rappresenta un OSTACOLO nel conseguimento degli obiettivi personali. E’ un problema che genera SCONFORTO e STRESS nei genitori e negli insegnanti i quali si trovano impreparati nella gestione del comportamento del bambino.”
Già in questa seconda parte della definizione si nota come si tenda a voler passare il bambino come un problema per gli altri, anzi prima ancora come un problema. E lo sconforto lo vivono solo genitori e insegnanti. Senza considerare che stress e sconforto lo vive in prima persona il bambino!
E, soprattutto, nel momento in cui parli di un individuo come un problema, beh il gioco è fatto! ETICHETTA creata e tanti saluti all’autostima. Dopo si diventerà impegnativo tirarlo fuori dalla buca. PURTROPPO!
Con questo non intendo assolutamente sminuire le difficoltà a cui vanno incontro le famiglie, anzi, ogni giorno vediamo casi veramente impegnativi, ma con costanza e il lavoro coordinato di scuola-famiglia-ragazzo e professionista arrivano risultati impensabili.
La storia di Pier mi fa venire in mente che lui INCONSAPEVOLMENTE ha sempre messo in atto dei comportamenti COMPENSATIVI, che gli hanno fatto “bypassare” il problema e, probabilmente, è vissuto in un ambiente in cui il fatto che tendesse a muoversi non era COSTANTE motivo di LAMENTELA o SGRIDATA.
Così facendo è riuscito non solo ad avere successo a livello scolastico, ma a diventare anche uno studioso accanito delle sue materie di competenza e pure un professionista straordinario nell’insegnare agli altri strategie di successo.
Lui non lo sa, ma durante tutto il suo seminario io, oltre ad ascoltare con totale attenzione, osservavo quanto si muovesse sul palco e notavo nel dettaglio che nel momento in cui stava troppo fermo la sua attenzione un po’ lo abbandonava..
Però gli bastava fare due passi sul palco e muoversi per ricentrarsi al mille per cento: si chiama STRATEGIA di COMPENSAZIONE! Agli altri non crea fastidio, anzi crea dinamismo, a lui serve per trasmettere con grande EFFICACIA e SEMPLICITÀ.
La parola chiave è proprio COMPENSARE: un ragazzo iperattivo per esempio si muove molto mica per disturbare, si muove perché il suo corpo ha bisogno di muoversi. Se lo si costringe a stare fermo immobile, di sicuro non sta più attento.
Se a casa notate che stacca spesso mentre fa i compiti, significa che ne ha bisogno e per aiutarlo a essere più concentrato, serve accompagnarlo per gradi. Di sicuro l’imposizione non serve.
Una delle maniere più efficaci che io conosca per aiutare un bambino iperattivo o con un disturbo dell’attenzione è quello di farlo entrare nel mondo delle regole. Se riuscite a trasmettergli con semplicità l’importanza delle regole, diventa di sicuro più semplice tutto il resto. Ad esempio noi in W LA DISLESSIA! usiamo i giochi in scatola per “insegnare” le regole, senza imporle. Ogni gioco ha delle regole, se un bambino le accetta nel gioco, diventerà più facile per lui comprenderle fuori. (in questo articolo ho parlato di regole: http://www.wladislessia.com/i-bambini-hanno-bisogno-di-regole/ )
L’altro strumento compensativo per eccellenza è l’ambiente: la famiglia è il luogo dove una difficoltà può essere rimpicciolita oppure ingrandita! Vuoi aumentare stress e tensione? Semplice: RICHIAMA e RIMPROVERA in continuazione!
Per questo motivo, alla base dello sviluppo educativo di un individuo DEVE esserci un costante lavoro su di sé da parte dei genitori. A maggior ragione se i figli sono impegnativi.
Nella nostra esperienza peraltro, abbiamo notato che ogni volta che la famiglia decide di lavorare seriamente e di mettersi in gioco, i risultati aumentano esponenzialmente.
Se poi, oltre al lavoro di genitore, anche la scuola decide di fare lo stesso e di trovare strategie alternative, beh il gioco è fatto! Ma siccome non posso decidere per gli altri, ma solo per me stesso, se io fossi al posto tuo partirei da te stesso.
Spesso ci chiedono quale sia la chiave del nostro successo con i ragazzi ed è davvero difficile trovare una risposta e gratis ancora di più.
Scherzi a parte il primo segreto per noi è mettere al centro di tutto la PERSONA! Noi lavoriamo con le persone, non con le etichette o le diagnosi. Ogni persona è diversa dall’altra e ogni persona merita di essere trattata da tale.
Se lavorassimo sulla base dell’etichetta con cui spesso i ragazzi arrivano da noi, beh credo avremmo chiuso da tempo.
Metti tuo figlio al centro del suo processo di crescita, evita l’etichetta che porta solo giudizi, evita di rapportarti a lui solo come studente e soprattutto pensa a cosa vorresti per lui, non in termini quantitativi (voti), ma in termini qualitativi (emozioni che vuoi che viva).
Grazie di cuore a Piernicola De Maria che mi ha permesso di raccontare una bella storia e a cui suggerisco un paio di straordinari ritrovati tecnologici nati proprio per rendere disabile chi non lo è: la bici/banco e l’anello anti ADHD.
Della bici banco ho parlato diffusamente in un altro articolo, puoi leggerlo cliccando qui: http://www.wladislessia.com/adhd-allora-vai-a-scuola-in-bicicletta/
Se hai domande specifiche sugli argomenti che stiamo trattando contattaci tranquillamente, anche qui nel nostro blog.
Se vuoi vedere altri articoli o entrare anche in maniera divertente nel mondo delle difficoltà di apprendimento, dell’apprendimento o della comunicazione tra genitori e figli ti aspettiamo nel nostro gruppo W LA DISLESSIA: https://www.facebook.com/groups/721839084626445/
“Chi ha voglia di rovinare gli uomini deve solo permettere loro tutto.” – Napoleone Bonaparte
A presto!
LA DISLESSIA TI SPAVENTA? ECCO I 2 MODI PER ROVINARE L’AUTOSTIMA DI TUO FIGLIO
LA DISLESSIA TI SPAVENTA? ECCO I 2 MODI PER ROVINARE L’AUTOSTIMA DI TUO FIGLIO
Stamattina mi trovavo in banca, per questioni che non ti sto qui a raccontare, a compilare una marea di moduli e informative sulla privacy e (evviva i documenti digitali!); ho iniziato a guardarmi intorno e a vedere brochure e dépliant che recitavano più o meno così:
“Mentre tutto intorno a te sta crollando…”
“In un mondo di incertezze…”
“Proteggi la tua famiglia e il tuo futuro…”
Probabilmente, sfogliando quei dépliant, nelle pagine successive avrei trovato scritto qualcosa tipo: “Proteggiti con la migliore assicurazione/prestito/mutuo di questa banca e blablabla”.
Sarai d’accordo con me che in questo momento le banche sono le prime dalle quali ci dobbiamo proteggere, ma non è questo il punto.
Mentre l’impiegato davanti a me continuava a passarmi fogli da firmare, ho cominciato a pensare: “Perché abbiamo tutto questo bisogno di proteggerci?”
“Da cosa, esattamente, ci dobbiamo difendere?” e, soprattutto,
“Se è la paura che muove costantemente le nostre azioni, anche le decisioni più importanti della nostra vita, cosa esattamente stiamo insegnando ai nostri figli?”
Mi capita – quasi ogni giorno ormai – di incontrare genitori che arrivano da me spaventati perché hanno appena scoperto che loro figlio è dislessico (disgrafico, disortografico, discalculico…).
Come probabilmente sarà successo a te, si trovano nel pieno dal “ciclone dislessia” e – diversamente da te – non hanno ancora letto il nostro libro
Clicca qui se ancora non ce l’hai: http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__w-la-dislessia-conte-saba-rocco.php?pn=5552
Dicevamo: non hanno ancora ben capito che succede e non sanno come comportarsi. Sono spaventati, è comprensibile.
Dicevamo: non hanno ancora ben capito che succede e non sanno come comportarsi. Sono spaventati, è comprensibile.
Quello che non è comprensibile è come, dopo essersi informati, aver capito come affrontare la situazione, che strumenti usare e su chi fare affidamento e, soprattutto, aver capito che la dislessia NON E’ UNA MALATTIA (se ancora avessi dubbi al merito, leggi il nostro articolo a riguardo: http://www.wladislessia.com/dislessia-la-finiamo-di-chiamarla-malattia/), dopo tutto questo l’emozione prevalente in loro è la PAURA.
Non la confusione, la curiosità, l’incertezza, ma proprio LA PAURA.
Ok, ti do il beneficio del dubbio: siamo genitori, è comprensibile che una parte di noi sia preoccupata per il futuro dei nostri figli. Ma attenzione! Le paure di cui sento parlare ogni giorno sono molto diverse dal senso di protezione che è presente naturalmente nella vita di un genitore.
Sono queste le paure di cui mi parlano e, se tra queste riconosci anche le tue, sappi che influenzano ogni giorno la vita di tuo figlio e l’idea che avrà di sé:
- Mio figlio è dislessico: ora che ho capito quanta fatica fa, comincio a chiedermi: “Come potrà affrontare le scuole superiori? Come farà a studiare, diplomarsi, (figurarsi andare all’università!). La vita sarà sicuramente dura con lui: dovrà prepararsi a critiche e fallimenti ma io sarò pronto ad essere per lui la spalla su cui piangere.”
Ora, perdonami: sarà che passare la mattinata in banca è sempre impegnativo, sarà che non ho ancora capito perché devo firmare una marea di moduli per il libero consenso – che libero non è – ma vuoi spiegarmi cosa ca……aaaspita ne sai tu di quello che tuo figlio potrà o non potrà fare nella sua vita?
Fino a ieri lo spingevi a studiare il violino, il pianoforte e il solfeggio; lo portavi a lezione di nuoto, di karate, di calcio, di recitazione e dizione, di inglese, tedesco e cinese perché sono le lingue del futuro; nella tua testa era praticamente già diplomato alla Royal Academy of Arts di Londra o l’ago della bilancia del Consiglio Direttivo del CERN di Ginevra.
E adesso che hai scoperto che è dislessico (POVERINO!) non sarà più in grado di realizzare nulla?
Chi ti dà il diritto di riversare su di lui le TUE paure e le TUE insicurezze, con la – pessima- giustificazione di volerlo proteggere?
Da cosa lo vuoi proteggere?
Dagli insuccessi?
Dalle critiche?
Dal futuro?
O da te?
- Mio figlio è dislessico: e se si scopre in giro?
Ecco: qui sono seriamente in difficoltà. Sono in difficoltà nel decidere quale tra queste due paure mi faccia incazzare di più.
Ad occhio e croce ti direi la seconda. Perché questa non si chiama neanche paura, si chiama VERGOGNA.
E allora fallo: vergognati.
Vergognati per tutte le volte in cui hai pensato di tenere nascosta la dislessia di tuo figlio perché pensavi che ci fosse, in lui, qualcosa per cui sentirsi inferiore o in difetto rispetto agli altri.
Vergognati per aver messo davanti a lui le idee o i preconcetti della vicina di casa, delle malelingue del paese, di cognate, suocere o di chi ti pare.
E soprattutto vergognati se hai deciso che tuo figlio non è dislessico semplicemente perché tu non vuoi accettarlo; che non ha nessuna difficoltà, ma che è solo pigro, svogliato e fannullone.
Vergognati perché così gli impedisci di essere davvero sé stesso e alle sue difficoltà – che si per sé sarebbero affrontabili- aggiungi il peso del senso di colpa e inadeguatezza che proverà nei tuoi confronti per il resto della sua vita e quello sì che avrebbe potuto evitarlo.
Ok, ho finito di firmare i moduli. Posso ricominciare a respirare: il mondo intorno a me è ancora un mondo di incertezze, ma tutto sommato non sta crollando.
E allora che vogliamo fare?
Vuoi continuare a vivere nella paura, o cominciamo a cambiare le cose?
Perché se è così, la risposta è molto semplice: ricordi il Tornado che per un po’ si è portato via la nostra Dorothy? Il suo viaggio è già iniziato: il viaggio alla scoperta della dislessia, delle potenzialità, delle meraviglie inaspettate di questo mondo.
Scegli di percorrere questo viaggio insieme a lei, invece di rimanere a fissare le macerie che ha lasciato convincendoti che quello sia il suo futuro. Non lo è.
All’inizio potrà sembrare impegnativo (so quanto la scuola per prima non sia d’aiuto), ma noi siamo qui anche per questo.
Visita il nostro gruppo per avere un confronto: https://www.facebook.com/groups/721839084626445/
Ti prometto che non andrò più in banca per un bel po’.“Tutti abbiamo paura. La differenza sta nella domanda: paura di cosa?” – Frank ThiessAlla prossima!
martedì 1 marzo 2016
A2DA: 11 COSE DA NON DIRE AD UN GENITORE DI UN BAMBINO A...
A2DA: 11 COSE DA NON DIRE AD UN GENITORE DI UN BAMBINO A...: 11 cose da non dire ad un genitore di un bambino autistico 11 cose da non dire a un genitore di un bimbo autistico. 1. Passerà...
11 COSE DA NON DIRE AD UN GENITORE DI UN BAMBINO AUTISTICO Grazie Stefy mondo ASPIE
11 cose da non dire ad un genitore di un bambino autistico
11 cose da non dire a un genitore di un bimbo autistico.
1. Passerà crescendo.
No, non passerà. Lui diventerà grande e probabilmente riuscirà a gestire il suo autismo, se lui avrà tutto l’aiuto e il supporto di cui ha bisogno.
Ma lui sarà sempre autistico.
2. A me sembra normale.
Semplicemente se mio figlio si trova in quello che lui percepisce come un ambiente sicuro, apparirà non diverso da un bambino neurotipico.
Dategli 5 minuti e lui butterà giù la casa a urli per la frangia che tocca il lato della sua faccia e ciò lo spaventa.
3. Perché non può salire sul treno, attraversare la strada, essere lasciato a casa da solo per un po ‘alla sua età?
Perchè è autistico.
Il modo in cui reagisce oggi non è un’indicazione di come reagirà domani.
Oggi è perfettamente in grado di attravesare la strada da solo, domani potrebbe attraversare davanti a un camion senza pensarci su.
4.Obbligalo a farlo
Hai mai provato a discutere con bambino autistico?
Hanno una capacità di logica tale da annullare le menti più brillanti
Hanno una capacità di logica tale da annullare le menti più brillanti
Mio figlio può non solo sostenere che il nero è bianco scintillante, ma alla fine sarai tu ad arrenderti.
5.Avrebbe bisogno di una bella sculacciata
Alcune persone me lo hanno detto questo e in qualche modo sono ancora vive…
Alcune persone me lo hanno detto questo e in qualche modo sono ancora vive…
Tu non proveresti a curare così il cancro di un bambino, perchè suggerisci di farlo a un bambino con una condizione invisibile?
6. Hai provato con le vitamine?
Allontanati il più possibile da me prima che ti tiri in testa tutti gli integratori che uso per la sua salute perchè lui adesso mangia solo pasta pizza e cioccolato.
Allontanati il più possibile da me prima che ti tiri in testa tutti gli integratori che uso per la sua salute perchè lui adesso mangia solo pasta pizza e cioccolato.
Non ti preoccupare, il prossimo mese magari vorrà solo verdure e succhi di frutta. Io spero solo che si arrivi a un equilibrio.
7. Non può essere autistico, lui ha contatto oculare
Magari perchè ha imparato ad adattarsi. E quasi certamente in realtà starà guardando il tuo naso e non ascolta niente di ciò che dici.
8.Le amicizie sono difficili per tutti i bimbi
Si, e sono più diffiicili se non sai dire mai la cosa giusta e gli altri bimbi non capiscono che tu non puoi giocare perchè significa toccare le persone.
9.Pregherò per voi
Preferirei che tu venissi a lavare i piatti mentre mi sdraio sul divano e cerco di ignorare le urla per dieci minuti, se è lo stesso per te.
Preferirei che tu venissi a lavare i piatti mentre mi sdraio sul divano e cerco di ignorare le urla per dieci minuti, se è lo stesso per te.
10. L’hai vaccinato?
Taci!
Taci!
11. Ahh, come Rainman? qual è il suo talento speciale?
Rainman era UNA persona con autismo, sono tutti differenti.
Rainman era UNA persona con autismo, sono tutti differenti.
Mio figlio ha il talento speciale di farmi piangere di frustrazione un minuto e di essere assolutamente adorabile il minuto successivo che io non posso immaginare che sia in nessun altro modo.
Grazie a Simona Torlai per la traduzione.
Fonte: healingbright.com
Grazie Stefy mondo ASPIE
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